*SI APPLICANO TERMINI E CONDIZIONI*
Fino al 3 dicembre nessuno era sicuro di cosa sarebbe successo durante la stagione invernale per quanto riguarda la pratica dello sci. Nessuno aveva la risposta alla domanda fondamentale riguardo a come e quando si sarebbero potute aprire le stazioni sciistiche. Tutto è cambiato quando il governo italiano, come molti altri governi europei, ha deciso che la stagione sciistica e commerciale sarebbe iniziata solo il 7 gennaio. Si trattava di una decisione attesa e, realisticamente, era l'unica opzione per evitare l’aggravarsi del contagio E di dover fare sacrifici ancora più grandi successivamente.
Tuttavia, oltre alla firma del decreto, ci aspettava qualcos'altro.
Una delle più grandi nevicate negli ultimi anni si è abbattuta sulle Alpi meridionali, portando giorni di intense nevicate con accumuli previsti fino a 2 metri di neve fresca. Livigno si è rapidamente trasformata in una coltre di neve bianca.
Quando nevica mi sento come se il tempo si fermasse e il mondo con i suoi problemi venisse messo da parte perché mi trovo completamente immerso da quello che madre natura ci sta donando. È uno spettacolo che fa bene all'anima ed è arrivato proprio nel momento giusto perché molti di noi avevano bisogno di allontanarsi dalla realtà. Per quei quattro giorni la politica del governo e la sfortunata realtà commerciale sono diventate meno importanti. Madre natura, incurante dei nostri problemi umani e delle politiche governative, ha deciso l'inizio della stagione invernale e l’ha fatto con il botto.
Come bambini a Natale abbiamo preparato gli sci correndo freneticamente per cercare di sfruttare al meglio questo momento. In circostanze normali ci saremmo affrettati a spalare la neve e ci saremmo diretti verso il primo skilift, ma la chiusura degli impianti ci ha costretto ad apprezzare la situazione in modo completamente diverso.
Abbiamo trascorso il fine settimana sotto fiocchi di neve grandi come palline da tennis , battendo tracce profonde intorno ai boschi del nostro villaggio natale. Non si trattava tanto di sciare, quanto di essere semplicemente presenti e di apprezzare le bellezze naturali che abbiamo la fortuna di chiamare casa.
In questo periodo di isolamento stiamo assistendo alla involuzione dello sci ritornando a quello che era molti anni fa - una fonte di piacere completamente distaccata dal denaro. Il concetto di "guadagnarsi le curve" ha acquisito un nuovo significato. Non è più una scelta. Solo chi ha una passione radicata è disposto ad andare oltre ed a trovare occasioni di condivisione.
In questo periodo di intense nevicate ci siamo trovati a discutere l'idea della gestione del rischio in montagna durante una crisi sanitaria. Qual è il livello di rischio accettabile che siamo disposti a correre in questo momento? La risposta è ovviamente piuttosto complessa. Il rischio è relativo all'individuo, alla sua esperienza e alle sue capacità in montagna. Solo pesando questi fattori si può determinare quanto potenzialmente rischiosa e pericolosa possa essere una situazione.
Fondamentalmente, tutti noi vogliamo essere parte della soluzione, non parte del problema. Soprattutto nel clima attuale di COVID-19, farsi male o richiedere assistenza non è ciò di cui la società ha bisogno, ma vogliamo anche continuare a fare le cose che amiamo. Abbiamo concluso che le risposte di base dovrebbero essere abbastanza coerenti per tutti. Quest'anno il livello di rischio accettabile che siamo disposti a correre dovrebbe essere molto più basso rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Cinque giorni dopo che il governo italiano ha firmato per ritardare l'inizio della stagione sciistica, la tempesta passò. I giorni precedenti avevano provocato un accumulo di oltre 150 cm di neve fresca in paese e una quantità sconosciuta in cima alle montagne ancora da esplorare. Quella giornata serena con un cielo azzurrissimo ha regalato un senso di stupore e meraviglia. Gli alberi innevati sembravano la scena di una fiaba. Non credo di aver mai visto gli alberi in quel modo dalla valle alle cime delle montagne o forse non mi sono mai fermato abbastanza per notarlo.
Le condizioni della neve erano altrettanto impressionanti. L'ultima volta che ho sciato sulla neve in queste condizioni è stato in Alaska 18 mesi fa. Profonda, bella e fredda!
La stagione invernale è iniziata in tutti i modi tranne uno. Ed è il miglior inizio degli ultimi anni in termini di nevicate. È un peccato che non poter lavorare e che la situazione finanziaria a lungo termine sia tutt'altro che sicura, ma siamo fortunati, l'inverno è lungo e abbiamo la natura che ci ispira e ci distrae. La stragrande maggioranza delle persone non è così fortunata, condividono i nostri sentimenti e dolori per la situazione economica. Per molti che non si trovano a vivere tra le bellezze delle montagne, l'inverno non è certo il periodo più stimolante dell'anno.
Questo periodo di vacanza sarà sicuramente memorabile. Racconteremo queste storie ai nostri nipoti tra 50 anni. La domanda è se riusciremo ad adattarci per rendere questi ricordi positivi. Possiamo farlo trovando la bellezza nelle cose genuine, apprezzando le gioie semplici della vita.
ENGLISH
THE START* OF THE SEASON
*SUBJECT TO TERMS & CONDITIONS
Up until the 3rd December nobody was sure about what was going to happen with the winter season. Nobody had the answer to the basic question of when and how ski resorts would be able to open. That all changed when the Italian government, like many other European governments, decided the commercial ski season would not start at all until the 7th January. It was mostly a decision that was expected, and realistically it was the only option to avoid having to make even greater sacrifices further down the road. However, as the decree was signed there was something else coming our way. One of the largest storms to hit the southern alps in many years, and with it brought multiple days of intense snowfall with expected accumulations of up to 2 meters of fresh snow. My home resort of Livigno quickly turned into a blanket of white.
When it snows, I feel like time pauses, the world stands still, and its problems are put on hold as we are completely engrossed in what mother nature is dumping outside your front door. It’s a sight that’s good for the soul and it came at just the right time as many of us needed a break from reality. For those four days government policy and the unfortunate commercial reality of lockdown became less important. Mother nature, unfazed by our human problems and manmade government policies announced the start of the winter season was here, and she announced it with a bang.
Like children at Christmas we got our skis ready, frantically rushing to try make the most out of this moment. Under normal circumstances we would rush to complete our snow shoveling duties and head straight up the first ski-lift to hit some tree runs. The ski-lifts being closed forced us to appreciate the situation in an entirely different way. We spent that weekend under showers of snowflakes the size of tennis balls, wading through waist deep-skin tracks around the forest of our hometown. It was less about skiing and more about simply being present and appreciating the natural beauty that we are lucky enough to call home.
In this period of lockdown we are witnessing the de-evolution of skiing to what it was many years ago - a source of pleasure completely detached from money. The concept of ‘earning your turns’ has gained new meaning. It is no longer a choice. Only those who have a deep rooted passion are willing to go the extra lengths and with it brings a sense of community.
During this period of intense snowfall we found ourselves discussing the idea of risk management in the mountains during a health crisis. What is the acceptable level of risk we are willing to take at the moment? The answer is of course quite complex. Risk is relative to the individual, their experience, and abilities in the mountains. Only weighing these factors can one determine how risky and dangerous a situation can potentially be.
Fundamentally, we all want to be part of the solution, not part of the problem. Especially in the current climate of COVID-19, getting injured or requiring assistance in not what society needs. Yet we also want to continue to be able to do the things we love. We concluded that the basic answers should be fairly consistent for everybody. That this year the level of acceptable risk we are willing to take should be much lower than the same time last year.
Five days after the Italian government signed off on delaying the start of the ski season the storm cleared. The previous days had resulted in an accumulation of over 150cm of fresh snow in the town and an unknown amount at the top yet to be explored. The blue-bird day bought with it a sense of awe and wonder. Views of snow draped trees looked like a scene from a fairytale. I don’t think I have ever seen the trees quite like that from top to bottom of the mountain, or maybe I never stopped enough to take notice.
The snow conditions were equally as awe encompassing. The last time I skied on snow like this was in Alaska 18 months ago. Deep, fine, and cold as f*ck! The conditions are still like this as I’m writing this, thanks to the extremely low temperatures and clear crystal blue skies.
The winter season has started every way except one. And it is the best start we have had in many years in terms of snowfall. It’s a shame that we aren’t able to work and that long term financial security is all but secure, but we are lucky, the winter is long, and we have nature to inspire us and distract us. The vast majority of people are not this lucky. They share our feelings and woes about the economic situation, and are more financially vulnerable than our town. For many who don’t find themselves residing amongst the beauty of the mountains, winter is certainly not the most inspiring time of the year.
This holiday period is going to definitely be a memorable one. We will tell these stories to our grandchildren in 50 years time. The question is whether we can adapt to make these memories positive. We can do this by finding beauty in the simple things, finding the silver lining, and learning to appreciate what we have.